martedi 06/10/2009
Concerto Sophia
Il collettivo Sophia, capitanato da Robin Proper Sheppard, arriva in Italia per tre date per presentare l’ultimo album
There are no goodbyes.
'There Are No Godbyes' quinto album in studio per Sophia è uscito a giugno su Flower Shop Recording (distribuito in Italia da Self). Ad esso hanno collaborato anche i membri della versione 'live' dei Sophia, Will Foster e Adam Franklin, mentre Calina De La Mare si è occupata degli arrangiamenti degli archi. Astrid Williamson (ex Goya Dress) duetta con Robin in 'Something' e Dan Carney e Neil Kleiner dei Dark Captain Light Captain hanno contribuito a vario titolo.
Sheppard, parlando dell'album, dice di averlo scritto soprattutto per coloro che hanno subito una perdita almeno una volta nella vita. Lo definisce un disco triste, forse il più malinconico della sua carriera.
Sono pochi gli artisti in grado di prendere in mano una penna e scrivere una sequenza di canzoni come queste. Il cd apre con 'There Are No Goodbyes', come succede ormai regolarmente, uno dei brani migliori e sicuramente il brano più identificabile con il Sophia-sound. 'A Last Dance (To Sad Eyes)' si riprende dalla partenza zoppicante nel momento che cresce coralmente e in 'Storm Cloud' arriva il primo intervento degli archi. Tre brani che spiegano benissimo cosa si intende per 'sadcore', genere praticamente inventato da Robin Proper Sheppard.
'Dreaming' è una canzone alla chitarra acustica, voce in primo piano, un contrappunto di un violino. Oggi è mainstream, 10 anni fa Robin era l'unico a osare queste cose. 'Obvious' è il brano meno ovvio dell'album, saranno le tre note ossessive su una tastiera che saltellano a disturbare l'armonia per l'intera durata e a dare vita all’episodio più solare dell’album. 'Something' è un titolo pericoloso. Robin duetta con Astrid Williamson su un amore complicato, ricordando il brano tra Nicole Kidman ed Ewan McGregor in 'Moulin Rouge'... 'Signs' è l'altro pezzo più tipicamente Sophia' dell'album, anche migliore del brano d'apertura.
Un album riuscito che recupera la vena più intima e acustica di Sophia senza però rinunciare a un’attitudine e un’abilità pop capaci di rendere i 10 brani freschi e coinvolgenti.
Prevendite per Roma:
A breve in vendita su Greenticket.it,
www.ticket.it
www.circoloartisti.it/
http://www.dnaconcerti.com
There are no goodbyes.
'There Are No Godbyes' quinto album in studio per Sophia è uscito a giugno su Flower Shop Recording (distribuito in Italia da Self). Ad esso hanno collaborato anche i membri della versione 'live' dei Sophia, Will Foster e Adam Franklin, mentre Calina De La Mare si è occupata degli arrangiamenti degli archi. Astrid Williamson (ex Goya Dress) duetta con Robin in 'Something' e Dan Carney e Neil Kleiner dei Dark Captain Light Captain hanno contribuito a vario titolo.
Sheppard, parlando dell'album, dice di averlo scritto soprattutto per coloro che hanno subito una perdita almeno una volta nella vita. Lo definisce un disco triste, forse il più malinconico della sua carriera.
Sono pochi gli artisti in grado di prendere in mano una penna e scrivere una sequenza di canzoni come queste. Il cd apre con 'There Are No Goodbyes', come succede ormai regolarmente, uno dei brani migliori e sicuramente il brano più identificabile con il Sophia-sound. 'A Last Dance (To Sad Eyes)' si riprende dalla partenza zoppicante nel momento che cresce coralmente e in 'Storm Cloud' arriva il primo intervento degli archi. Tre brani che spiegano benissimo cosa si intende per 'sadcore', genere praticamente inventato da Robin Proper Sheppard.
'Dreaming' è una canzone alla chitarra acustica, voce in primo piano, un contrappunto di un violino. Oggi è mainstream, 10 anni fa Robin era l'unico a osare queste cose. 'Obvious' è il brano meno ovvio dell'album, saranno le tre note ossessive su una tastiera che saltellano a disturbare l'armonia per l'intera durata e a dare vita all’episodio più solare dell’album. 'Something' è un titolo pericoloso. Robin duetta con Astrid Williamson su un amore complicato, ricordando il brano tra Nicole Kidman ed Ewan McGregor in 'Moulin Rouge'... 'Signs' è l'altro pezzo più tipicamente Sophia' dell'album, anche migliore del brano d'apertura.
Un album riuscito che recupera la vena più intima e acustica di Sophia senza però rinunciare a un’attitudine e un’abilità pop capaci di rendere i 10 brani freschi e coinvolgenti.
Prevendite per Roma:
A breve in vendita su Greenticket.it,
www.ticket.it
www.circoloartisti.it/
http://www.dnaconcerti.com
Evento inserito il 30/07/2009, visto 2124 volte (rate:1.83)
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