Venerdì 24 aprile è la volta dei Permanent Fatal Error (FR), la formazione guidata da Olivier Manchion, già bassista e co-fondatore degli Ulan Bator, che, dopo dieci anni di silenzio, propone un'opera, "Deaf Sun / Deaf Blues", e coniuga esperienze passate e nuovi orizzonti desolati.
BIOGRAFIA & DETTAGLI
Venerdì 24 aprile 2015
h 22 € 5
PERMANENT FATAL ERROR (FR) Dark Ambient Jazz
Olivier Manchion chitarra acustica, voce, tastiere - Giulio C. Vetrone chitarra classica ed elettrica – Nicolas Marmin basso, electronica Francesco Bolognini batteria, electronica – Seb Martel chitarra eletrrica – Nicholas Thomas vibrafono – Franck Lantignac batteria.
Olivier Manchion, Parigino, membro fondatore, coproduttore e bassista degli Ulan Bator con il quale ha pubblicato classici del “post-punk/rock” come “Polaire”, “Végétale” e l’ultimo “Ego:Echo”, prodotto da Michael Gira (Swans); scoperti in Italia dai CSI il trio infuocherà i palchi italiani fino alla pubblicazione di “Ok:Ko”. Nel 2001 alla ricerca di nuovi spazi sonori Olivier lascia Ulan Bator e crea Permanent fatal error con il quale pubblicherà l’album “Law Speed” (2004) prima di reintegrare brevemente Ulan Bator e collaborare di nuovo con Faust e Damo Suzuki.
il 16 febbraio 2015 esce un nuovo EP di Permanent Fatal Error: “Deaf sun / Deaf blues” (Secret Furry Hole) con un organico di 7 musicisti includendo Franck Lantignac, primo batterista di Ulan Bator (Polaire, Végétale). Uomo di mille progetti e collaborazioni, tra cui i leggendari padri del krautrock Faust ma anche Damo Suzuki (Can) che porterà in Italia dal 2002, dirige anche dal 2009 il supercollettivo reggiano Arzân e dal 2013 ha lanciato a Reggio Emilia, dove vive dal 2001, le serate Red Noise dedicate alle band emergenti del panorama reggiano.
“Con PFE al centro della musica c’e’ il pulsare cardiaco del basso: caldo e pieno di frequenze che si dispiegano per intero, senza tagli. Tutto intorno lo spazio: ora fratturato, ora diluito oppure organizzato, ora silenzioso, ora rumoroso. Ci sono trombe jazz, loop di chitarre reiterati all’infinito, suoni d’ambiente e un senso magmatico del tessuto musicale.
Lavoro tanto fisico quanto cerebrale, tra ipnotismi e scosse telluriche. Ad ogni modo, sembra suonare sottopelle. Somiglianze e richiami vanno a gruppi come GodspeedYou!BlackEmperor o agli Swans e Michael Gira” [Il manifesto]
Magazzino sul Po
Murazzi sul Po, lato sinistro
Torino (TO)
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