Immagina che tra le strade della tua città si aggiri un fantasma.
Un fantasma non visto e non sentito, che vede e sente i tuoi pensieri e le tue emozioni.
E poi, immagina che questo fantasma sappia scrivere musica.
Spectral Eye è un artista emergente, alla pubblicazione del suo primo mini cd, composto da
4 tracce per un totale di circa 20 minuti di suono, all'interno dei quali ha scelto di sviluppare un singolare quanto strano concetto:
le visioni della città e dei suoi abitanti attraverso gli occhi di uno spirito, che sbircia i suoi concittadini e ne assapora le emozioni, trasformandole in musica.
Si tratta di un artista
emergente, abbastanza giovane (o almeno cosi' pare dall'unica foto che ha inserito nel suo sito personale) e
tendente al dark, che si colora gli occhi di nero e piange sulle visioni di ricordi altrui, mentre prende la pioggia sporca della citta'. Un artista emergente che puo' sembrare eccessivo, magari un po'
teatrale, magari un po'
vanitoso e pretenzioso… Ma è un artista emergente che
ha talento!
Questo ragazzo ha composto 4 pezzi che mi hanno fatto premere "download".
4 pezzi che ho inserito nella mia playlist della mattina.
4 pezzi di cui ho letto il testo e su cui ho riflettuto.
E tutto cio' vuol dire, al di la' delle simpatie o antipatie che il suo sguardo storto e narcisista mi ispira, che questo ragazzo ha talento.
Si tratta di
musica elettronica, prodotta dalla netlabel polacca Rain (
http://www.archive.org/details/rain ): tutto viene suonato con l'ausilio di un computer e una tastiera, traccia per traccia, strumento per strumento. Certo, questo toglie la commistione di suoni e specializzazioni ed idee che sono tipiche di una band composta da piu' elementi creativi, ma, d'altro canto, aggiunge
forte omogeneita' e coerenza al lavoro svolto con solitaria dedizione.
Del resto va ammesso che la creatività, pur trattandosi di una sola mente pensante, non manca di certo, soprattutto nelle scelte di
contrasti e passaggi vertiginosi, che affiancano atmosfere dolcissime a martellate di puro doom.
Per tutta la durata del mini-album, ci sono suoni di
chitarre distorte ed acide, mischiate a
pianoforte, puro, emozionante e bello come ad un concerto di musica classica; ci sono melodie semplici, ossessive, con ritmiche basilari e dirette; ci sono parole cantate con
voce fonda, distorta quasi quanto le chitarre, con inflessione metallica come fosse urlata attraverso un megafono, alternata a sussurri e sospiri nostalgici.
Questa produzione d'esordio pare essere, nelle intenzioni dell'autore,
la prima di una serie di brevi cd, sempre scaricabili dall'archivio on-line in forma
gratuita, ispirati allo stesso tema, volti a descrivere e raccontare, come si legge nel suo sito personale (
http://www.villenoire.net/spectral), quella parte di mondo e di anima che non viene vista quasi mai, che si confonde e si perde nel ritmo frenetico e nel caos della città, e che forse solo l'ochio di un fantasma può scorgere e raccontare.
Insomma, concludendo la mia recensione, posso dire che questo mini cd
o fa impazzire o fa schifo, difficilmente ci saranno vie di mezzo.
E il suo autore, Spectral Eye, o affascina o fa schifo, anche lui come la sua musica, senza vie di mezzo.
Se vi consiglio di ascoltarlo? Si. Anzi, no… insomma, fate voi. Se vi ho incuriosito o se pensate vi possa interessare il genere, ecco i link per ascoltarlo:
http://www.archive.org/details/rain015